MARIA. VERGINE, MADRE, REGINA.
Dalla curiosità umana, ma soprattutto da quella religiosa, nascono una serie di Vite di Maria, che raccontano ciò che gli evangelisti avevano omesso. Queste nuove narrazioni evidenziano il divario tra le poche informazioni evangeliche e la sorprendente fioritura di conoscenze degli autori mario-logici. Non si tratta però di diffondere menzogne bensì di stabilire ciò che di quella vita è pensabile e sostenibile, umanamente codificabile.
Una moltitudine di artisti d’ogni genere, d’ogni epoca, d’ogni Paese elaborano in maniera figurati-va queste nuove informazioni, capaci di toccare le corde dell’umano sentimento e di ispirarne il ge-nio.
Sola o in contesti diversi – Annunciazione, Natività, Fuga in Egitto, Presentazione al Tempio, Deposizione, Assunzione – l’immagine di questa donna dà spazio a molteplici pensieri, ad innumerevoli visioni che spesso si traducono in opere d’arte pregne di misticismo. L’arte da quasi duemila anni ne canta la gloria, le virtù, la bontà, la stessa arte che riesce a superare l’ostacolo che ci impedisce di penetrare nel mistero e ci mette in uno stato che ricorda l’estasi e l’intuizione.
L’esposizione ospitata presso l’Oratorio di Santa Croce, raccoglie tutti questi messaggi, li elabora e ci restituisce una visione contemporanea dell’immagine di Maria.
Opere d’arte che comprendono un arco di tempo che va dal Novecento ad oggi, proprio quel perio-do dove la raffigurazione di Maria viene un po’ a mancare, bisognosa di nuovi traguardi, lontani forse dalla semplice divulgazione popolare e, a volte, commerciale.
Immagini che cercano nuovi orizzonti, nuova materia, nuova linfa, come del resto lo è da sempre l’arte figurativa.